Cari Bianchi, dove siete?

Cari Bianchi, dove siete?

La morte violenta di George Floyd, per mano della polizia statunitense, ha innescato una bomba nell’America di Trump. Movimenti di protesta si sono diffusi a macchia d’olio prima negli USA, per poi attraversare l’Oceano, arrivando con forza dirompente in Europa e resto del mondo. Stiamo ormai assistendo alle manifestazioni di protesta più partecipate degli ultimi 50 anni. ⁣⁣
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Così il Black Lives Matter è arrivato anche in Italia, dove il fenomeno sociale del razzismo è ben radicato. Non parliamo solo di atti violenti nei confronti delle minoranze, ma della diffusione di pensieri e ideologie xenofobe, che si fondano indebitamente sull’idea di “razze superiori e inferiori” e che riguardano la quotidianità.⁣⁣
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Tuttavia, il razzismo italiano ha radici storiche e sociali ben diverse da quello americano. E dovremmo approfittare di questo momento per allargare la discussione, rendendola più inclusiva. ⁣⁣
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Questo vuol dire che in quanto bianchi abbiamo il dovere di riflettere sul sistema sociale in cui viviamo, riconoscendo il privilegio sistemico istituzionalmente riconosciuto sulla base del colore della nostra pelle. Perché è solo riconoscendo questo privilegio che si potranno instaurare alleanze in grado di combattere sistemi di ingiustizia e violenza strutturale.⁣⁣
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Le manifestazioni di protesta devono essere un momento di alleanza di corpi, di unione di voci. Se è vero che in Italia, il razzismo è perpetuato nei confronti dei non-bianchi, non è escludendo i bianchi dal movimento di riconoscimento dei diritti umani che risolveremo la questione razziale. ⁣⁣
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Il sistema razzista è stato creato dai bianchi per i bianchi. È stato creato a nostro beneficio, garantendoci per secoli ampie fette di ricchezza e diritti. È quindi nostro dovere morale esaminarci la coscienza, le mani sporche di sangue, e mettere fine a questo sistema iniquo. Non dobbiamo e non possiamo sentirci esclusi dal movimento per il riconoscimento dei diritti degli oppressi, perché quel problema razziale lo abbiamo causato NOI.⁣⁣

È doveroso, oggi, ascoltare le testimonianze di chi vive sulla propria pelle questo tipo di discriminazione quotidiana, ma è anche necessario che chi ha goduto e stragoduto dell’ingiustizia, ora, sia chiamato in causa; non per essere sottoposto al linciaggio mediatico o politico, ma per sottoporsi ad una riflessione sul suo privilegio.

Altrimenti finiamo per ghettizzare il movimento per l’antirazzismo, limitandolo ad un bianchi vs neri, quando in realtà è un fenomeno assai più complesso e diversificato, che varia a seconda del contesto di riferimento.