Perché mangiare avocado sostenibile è un atto di ribellione?
Avocado toast, pancakes salati al salmone ed avocado, guacamole e nachos. Il brunch della domenica sta uccidendo natura e uomo. Il consumo di avocado, soprattutto quello messicano, negli ultimi 10 anni, è triplicato. Tuttavia, pochi hanno chiaro da dove arrivi questo “oro verde”, tanto buono quanto insostenibile.
L’avocado è innanzitutto il frutto di un albero, appartenente alla famiglia delle Lauraceae, che cresce in zone subtropicali o tropicali, soprattutto in America Centrale. Esistono, secondo una classificazione e studi sistematici, più di 500 varietà di avocado. Tuttavia, quella che siamo soliti consumare noi in Europa e USA è l’hass – varietà commerciale che si adatta perfettamente per forma, buccia e gusto agli standard del mercato globale di scala. La FAO ci fa poi sapere che la produzione di questo frutto esotico è più che raddoppiata dal 1993, stimolato da elevati margini di profitto e da una crescente domanda nelle regioni più sviluppate. Una maggiore consapevolezza dei benefici nutrizionali dei frutti tropicali come mango e avocado – definiti anche come “super foods” – ha fatto schizzare verso l’alto i consumi. Il primo paese produttore ed esportatore è il Messico, mentre i maggiori consumatori sono gli USA, con 859 tonnellate annue. Tutto ciò ha determinato tre importati conseguenze:
1. OGGETTO DEL DESIDERIO DEI NARCOS: negli ultimo anni assistiamo alla nascita del mercato nero e scontri tra cartelli messicani per assicurarsi questo settore di export di frutta esotica, che produce un giro d’affari da 2,5 miliardi di dollari. Nel concreto, l’avocado è diventato merce di contrabbando, tanto fruttuosa quanto la cocaina, per i Narcos della regione del Michoacan e Uruapan. E’ in atto una guerra per il monopolio dell’oro verde, con atti di violenza cruda e barbarie inaudita. Come i 19 cadaveri mutilati e lasciati appesi ad un cavalcavia il 9 agosto 2019. La popolazione ed i contadini locali vivono nel terrore di un sequestro o di un assassinio. Lo sfruttamento della manodopera minorile e nuova schiavitù sono la normalità. Tutto per sfamare la fame di guacamole nel mondo (più ricco).
2. IMPATTO AMBIENTALE: ogni anno, soprattutto negli ultimi 10, le coltivazioni di avocado si sono – non poi così lentamente – divorate ettari ed ettari di foresta. Ecco cosa causa, in parte, la deforestazione dell’America Centrale e Latina. Aree protette sono state fatte sparire per lasciare spazio alle coltivazioni di avocado. Si stima che, solo sul territorio messicano, questo frutto verde causi ogni anno la perdita di quasi settecento ettari. Per soddisfare l’aumento nei consumi, si tagliano via porzioni di terra e pini secolari per far spazio a – più economicamente fruttuosi -alberi di avocado.
3. SPRECO D’ACQUA: per ogni frutto, si stima siano necessari almeno 70 litri di acqua; oltre il doppio di ciò che servirebbe invece alla foresta per crescere. Un impoverimento delle risorse idriche che porta con sé disuguaglianze ed ingiustizie sociali. Troppo spesso l’acqua necessaria per l’irrigazione viene presa da fiumi o falde acquifere, senza guardare a chi invece da quell’acqua dipende: popolazioni locali, flora e fauna endemica e/o autoctona. Sono troppi i litri impiegati in questa coltivazione, soprattutto se si pensa anche alla siccità caratteristica dei paesi come il Cile, dove l’acqua è diventata un bene primario quasi del tutto privatizzato. Acqua che non è una risorsa infinita e le cui scorte sono destinate a diminuire, considerando l’avanzata del cambiamento climatico. Un danno contemporaneamente economico, sociale ed ambientale, che mette le comunità di queste regioni in ginocchio.
Cosa si può fare per evitare tutto ciò?
Il primo passo è smettere di mangiare avocado come fosse alimento fondante della nostra esistenza. Non posso credere che non riusciate a vivere senza. Lo avete fatto per il 90% della vostra vita: sono certa che riuscirete a tornare sulla retta via. Si potrebbe poi optare per alternative che siano effettivamente più sostenibili; realtà che coltivano avocado biologici, in armonia con la terra, esistono anche in Italia. Un esempio? @siciliaavocado che punta alla stagionalità del prodotto, non solo agli introiti. Chiaro che non potrete comunque mangiare avocado toast 365 giorni l’anno.